15 gen 2008

Disabilità e il lavoro che non c'è



di Giambattista Cervino

Essere disabile, o, meglio, essere persone con disabilità, al giorno d'oggi, diventa sempre più complesso e drammaticamente difficile in rapporto allo stile di vita di chi non ha, invece, problemi di natura fisica o psichica, che possano compromettere il normale svolgersi della quotidianità. Lavorare è senz'altro una barriera insormontabile per molti disabili, costretti a vite senza stimoli e senza via di uscita nell'ambito di una routine ristretta.
Il 5 dicembre scorso, in occasione della 'Giornata internazionale delle persone disabili', anzi, della 'Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità', l'ILO (Organizzazione internazionale del lavoro) ha pubblicato il rapporto sulla discriminazione nel mondo del lavoro, un analisi completa e poco edificante di un mercato, quello del lavoro, che non vede di buon occhio le differenze tra gli uomini, anzi, cerca in ogni modo di appianarle.Il rapporto pubblicato dall'Ufficio Internazionale del Lavoro, spiega che i fenomeni discriminatori nei confronti delle persone con disabilità destano una preoccupazione crescente, considerando anche che sono 470 milioni in tutto il mondo le persone disabili in età lavorativa. In Europa, il 52 per cento delle persone con disabilità non partecipa alla forza lavoro e, nel 2005, il tasso di occupazione a livello mondiale era del 38 per cento, contro il 78 della media generale. L'Ilo stima che oltre il 60 per cento delle persone disabili sia in età lavorativa ma il tasso di disoccupazione è dell'80-100 per cento più alto del dato medio.Ma la Basilicata come si comporta con le persone con disabilità? "Nonostante i progressi apprezzabili a favore di un miglioramento della qualità di vita delle persone disabili - afferma Raffaele Soave (capogruppo del Pdci alla Provincia di Potenza) - è necessario un maggiore impegno per eliminare del tutto le barriere che ancora impediscono a numerose persone di lavorare e contribuire allo sviluppo economico e sociale. I Centri per l'Impiego gestiti dalla Provincia di Potenza - continua Soave - possono svolgere un ruolo sicuramente più efficace per favorire l'inserimento al lavoro di cittadini con disabilita che, specie nell'area sud della provincia, vivono una condizione di "doppio svantaggio" per la situazione di carenza di occasioni di lavoro e per la propria condizione di vita. Nel 2006 in occasione della manifestazioni promosse dalla Regione sul tema della diversabilità - continua Soave - è emerso che le piante organiche di Regione, Provincia e Comune di Potenza (per limitarsi agli Enti Locali maggiori) dispongono di non meno di un centinaio di posti complessivi riservati alle categorie protette che sono da anni non coperti".
E' il caso di sottolineare che la legge nazionale 66/99 obbliga le Amministrazioni Pubbliche a riservare alle specifiche categorie sociali protette una quota di assunzione nella misura di un dipendente da 15 a 35 unità in pianta organica, due dipendenti da 36 a 50 unità e il 7 per cento degli occupati oltre le 50 unità. "Per questa ragione - evidenzia Soave - va salutata positivamente la scelta di Cgil, Cisl, Uil di inserire nel documento presentato alla Giunta Regionale per il rilancio della concertazione un appositi capitolo dedicato alla "integrazione nel lavoro delle persone disabili". Tra le proposte sindacali che a parere del capogruppo del Pdci vanno sostenute figurano l'istituzione di un fondo regionale per i disabili; convenzioni con i datori di lavoro per realizzare inserimenti lavorativi adeguati, mirati e accompagnati nel tempo; concertazione, confronto e partecipazione a livello regionale e provinciale delle associazioni rappresentative dei disabili e delle loro famiglie; programmi di inserimento nelle cooperative sociali rivolti in particolare a disabili gravi che hanno maggiore difficoltà nell'accesso al mercato del lavoro".

10 gen 2008

Lentamente muore

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o
della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono
qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una splendida felicità.

di Pablo Neruda