24 feb 2011

Addio allo shopper di plastica?


Da gennaio e' entrato in vigore il divieto di produrre o commercializzare i sacchetti non biodegradabili, dando tuttavia la possibilita' ai supermercati di smaltire le rimanenze.

Il percorso che ha portato all'addio dei sacchetti di plastica e' stato lungo e accidentato e potrebbe ancora riservare delle sorprese.
L'iter comincia nel 2007 con la legge Finanziaria: si prevede un programma sperimentale condiviso tra il ministero dello Sviluppo e quello dell'Ambiente.
La data per l'eliminazione e' fissata per il primo gennaio 2010, ma poi prorogata di un anno. E' sempre più forte nell'opinione pubblica l'esigenza di acquistare e preferire prodotti realizzati con la plastica biodegradabile, la bioplastica, derivante da materie prime rinnovabili.

Cosa ha in più la bioplastica?
Sicuramente il tempo di decomposizione, che infatti, è di qualche mese in compostaggio, contro i 1000 anni richiesti dalle materie plastiche sintetiche derivate dal petrolio....

Le plastiche bio attualmente sul mercato sono composte principalmente da farina o amido di mais, grano o altri cereali. I settori interessati sono vari: monouso, termoformatura, stampaggio, soffiaggio, estrusione film, pacciamatura, ecc.

I vantaggi di un materiale "biologico" sono:

* È un'alternativa a riciclaggio e reimpiego senza compiti ulteriori per i consumatori: i rifiuti bio teoricamente possono essere depositati tutti in discarica, data la loro rapida biodegradabilità. L'impatto ambientale di tale scelta di smaltimento è inferiore sia alla termovalorizzazione di rifiuti bio, sia al compostaggio, in termini di energia richiesta ed emissioni dei processi. La compressione dei rifiuti per ridurne la densità volumetrica richiede 5-10 minuti per tonnellata di rifiuti (poca energia) ed ha emissioni zero (la pressione dei rifiuti non è un processo chimico, ma meccanico; non genera fumi).

* Riduce gli oneri di gestione dei rifiuti nel caso in cui i materiali bio inizino a sostituire vetro, plastiche e rifiuti riciclabili.

* Biodegradabilità e decomposizione naturale in un tempo breve.

* Producibilità di concime in quanto la sostanza è fertilizzante. Ad esempio, la frazione umida dei rifiuti casalinghi può essere raccolta in sacchetti di bioplastica, e messa in compostiera.

* Minori emissioni di fumi tossici nel caso di incenerimento.