13 ott 2008

Morti Bianche, realtà nera


In Italia chi lavora… muore.

Sembra essere questa la paradossale e sconcertante verità che emerge dagli ultimi dati statistici.

Infatti, resta proprio all'Italia il non invidiabile primato delle vittime sul lavoro in Europa. Nel nostro paese il numero delle "morti bianche", seppure in calo rispetto agli anni scorsi, è infatti diminuito meno che nel resto d'Europa. Negli ultimi dieci anni, nel periodo compreso tra il 1995 e il 2004, da noi il calo registrato è stato pari al 25,49 per cento mentre nella media europea la flessione è stata pari al 29,41 per cento.

La presidente del gruppo Prc alla Regione Basilicata Emilia Simonetti ha detto la propria opinione in tal merito. “Nonostante la situazione relativa alla sicurezza nei luoghi di lavoro in Basilicata continui ad essere preoccupante afferma la Simonetti - come dimostrano i continui casi di ‘morti bianche’ ed infortuni, la 58esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, istituzionalizzata nella seconda domenica di ottobre, da noi è passata inosservata. “Eppure – evidenzia - ogni giorno, in Italia, si verificano sul lavoro 2.500 incidenti, muoiono 3 persone e 27 rimangono permanentemente invalide. Per il 2007, i dati Inail confermano, infatti, che le morti bianche sono state circa 1.200. Cifre che testimoniano la gravità di un fenomeno che resta una delle principali cause di morte e provoca quasi il doppio dei decessi rispetto agli omicidi. Per questo – aggiunge Emilia Simonetti – l'appello del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a ‘tenere viva l'attenzione al fenomeno, non demordere nell'allarme sulla sua gravità sociale, applicare e migliorare le norme legislative’ non può cadere nel vuoto”.

L'insicurezza sui luoghi di lavoro: ecco una vera e propria emergenza che assilla il Paese, da nord a sud, e che ogni tanto riemerge prepotentemente sull'onda di gravi fatti di cronaca. Ecco perché occorre iniziare a monitorare i luoghi dell'insicurezza, i cantieri come le fabbriche e tutte quelle realtà che vedono in posizione di svantaggio fin dall'inizio i lavoratori più inesperti, quelli saliti da qualche giorno su un ponteggio o quelli che sotto i capannoni dovrebbero beneficiare del periodo di formazione e che invece, magari, subiscono ricatti.
Molto, troppo, spesso il giogo dell'insicurezza mortale colpisce proprio i più deboli, i precari.

“Ovviamente – continua Simonetti - non basta la nuova legge sulla sicurezza sui posti di lavoro per prevenire le ‘morti bianche’ e gli infortuni, se non è accompagnata da un’attività di promozione ad ogni livello delle misure anti - infortunistiche e, inoltre, la normativa nazionale per essere più efficace deve trovare strutture ed organismi a livello regionale. Purtroppo – conclude il capogruppo del Prc - il nostro sistema non riesce ad essere efficace né quando si tratta di abbattere il fenomeno infortuni, né quando si tratta di limitare l'incidenza delle malattie professionali”.

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