30 mag 2008

Amnesty: l'Italia sempre più razzista


da APCOM

Roma, 27 mag. (Apcom) - Il clima di razzismo sempre più diffuso e leggi o proposte di leggi contrarie agli standard internazionali sui diritti umani stanno "trasformando l'Italia in un paese pericoloso". Insieme al Rapporto Annuale 2008, Amnesty International ha presentato anche una scheda di approfondimento e aggiornamento sull'Italia dove discriminazione e xenofobia stanno crescendo di giorno in giorno e dove, con il nuovo 'pacchetto sicurezza', essere clandestino dovrebbe diventare un reato.

Daniela Carboni, direttrice dell'Ufficio campagne e ricerca della Sezione Italiana di Amnesty International, parte proprio da un caso di cronaca piuttosto recente, l'omicidio di Giovanna Reggiani a Roma lo scorso ottobre, per far capire come spesso gli eventi vengano distorti creando una caccia alle streghe indiscriminata. "La violenza su una donna è diventata l'occasione per discriminare una minoranza etnica", ha detto Carboni. Giovanna Reggiani fu infatti uccisa da Romulus Nicolae Mailat, cittadino romeno ritenuto appartenente alla minoranza rom. Il caso scatenò critiche bipartisan contro la Romania e gli immigrati romeni, al punto che l'Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) in novembre espresse preoccupazione per il clima di intollenranza manifestato nei giorni successivi all'omicidio e per "lo stato di tensione nei confronti degli stranieri alimentato negli anni anche da risposte demagogiche alle tematiche dell'immigrazione messe in atto dalla politica".

Tra il 2007 e il 2008 si sono poi verificati numerosi attacchi violenti ad accampamenti rom e ad altre minoranze in diverse città. "Siamo allarmati dai toni discriminatori sui rom. Devono essere aperte inchieste, dati risarcimenti alle famiglie rom colpite a garantire sicurezza a queste comunità", ha affermato Daniela Carboni che ha poi lanciato un appello alle istituzioni italiane affinché "imparino che parlare di diritti umani per gli immigrati non è impopolare".

Critiche al cosiddetto 'pacchetto sicurezza' che include un decreto legge che punisce con la reclusione e la confisca del bene chi affitta un immobile a un immigrato, e che rende una circostanza aggravante di qualsiasi reato quella di essere stato commesso da un immigrato irregolare. Nel disegno di legge si vuole portare anche a 18 mesi il tempo massimo della detenzione nei Centri di permanenza (Cpt, oggi di 60 giorni). "Una riforma normativa che ha messo in allarme diverse Ong oltre allo stesso Alto Commissariato Onu per i rifugiati", ha fatto notare Carboni.

Ma Amnesty nella sua scheda esprime critiche anche al 'decreto Pisanu' del 2005 che, nonostante le richieste della Commissione delle Nazioni Unite contro la tortura, il governo di centrosinistra ha mantenuto pressoché immutato. Il decreto prevedeva l'espulsione di immigrati regolari e irregolari sulla basa di "una vaga definizione del rischio da essi posto" e senza tutela contro il rimpatrio forzato in paesi in cui rischiano la tortura o altri abusi. In base a questo decreto nel 2006 sarebbe dovuto essere espulso il cittadino tunisino Nassim Saadi, ma il procedimento di espulsione fu bloccato e poi annullato nel febbraio di quest'anno dalla Corte europea dei diritti umani.

Amnesty rileva anche altre lacune nella legislazione italiana, come il mancato recepimento nella sua interezza della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura: l'Italia è priva di uno specifico reato di tortura nel codice penale e ciò comporta delle ricadute sulla possibilità che le forze di polizia rispondano di eventuali abusi. A ciò si aggiunge la mancanza di forme di identificazione dei singoli agenti di polizia durante le operazioni di ordine pubblico, e l'assenza di organismi indipendenti di monitoraggio. Questa situazione si riflette ad esempio sui processi per le violenze commesse contro i manifestanti durante il G8 di Genova nel 2001. "Diversi imputati invece che essere puniti sono stati promossi", ha detto Carboni.

Se a livello internazionale la 'guerra al terrorismo' sta erodendo la difesa dei diritti umani, l'Italia non è da meno. Anche nel nostro paese l'approccio delle autorità di governo è condizionato dalla politica del sospetto. Caso esemplare è quello della 'rendition' (cattura e detenzione illegale) dell'imam egiziano Abu Omar, prelevato a Milano nel 2003 e trasferito in Egitto dove avrebbe subito torture. Secondo Amnesty, il governo italiano non avrebbe collaborato pienamente alle indagini degli organismi internazionali che hanno "accertato precise responsabilità dell'Italia nelle rendition (Oltre ad Abu Omar il Parlamento Europeo ha chiamato in causa l'Italia anche per altri due casi).

Amnesty denuncia anche la scarsa trasparenza negli accordi bilaterali tra Italia e Libia sul pattugliamento marittimo congiunto delle coste per contrastare l'immigrazione irregolare, e critica duramente l'esportazione di armi da parte dell'Italia verso quei paesi che sfruttano i bambini soldato. "Lancio un appello al governo italiano - ha detto Daniela Carboni - scelga una volta per tutte se rispettare o violare i diritti umani sia nelle parole che negli atti".

13 mag 2008

Destra e Sinistra contro.... Marco Travaglio

di Giambattista Cervino


Il caso Travaglio-"Che tempo che fa" finirà in tribunale: il presidente del Senato, Schifani, bersaglio delle accuse del giornalista nella puntata di sabato scorso, ha infatti deciso di rivolgersi alle vie legali contro le "affermazioni" nei riguardi della sua persona.

Dopo la puntata, la quasi unanimità (escluso DiPietro)della classe politica dominante, indipendentemente se al governo o all'opposizione, si è espressa contro lo scomodo giornalista.

"Trovo inaccettabile che possano essere lanciate accuse così gravi, come quella di collusione mafiosa, nei confronti del Presidente del Senato, in diretta tv sulle reti del servizio pubblico, senza che vi sia alcuna possibilità di contraddittorio" commenta il presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro.

Travaglio viene "difeso", oltre che da Beppe Grillo, perlomeno da Dario Fo: "Questo schizzare di indignati prelude a un'azione questa volta sì preconfezionata e terribile. Bipartisan.

Finalmente destra e sinistra si ritrovano coinvolte dentro a una medesima cultura: quella dell'insofferenza verso la satira e la denuncia di ogni illecito.
I commenti tratti da un libro scritto da Marco insieme a Peter Gomez ed edito un mese fa - prosegue il Nobel - hanno sdegnato ed anche sconvolto gli inquilini dello stagno. Perfino alcuni pesci rossi, in verità un po’ sbiaditi, sono letteralmente guizzati fuori dall'acqua in una danza d'indignazione".

Poi conclude: "Ma attenti: Schifani non s'è gettato furente insieme ai suoi numerosi sostenitori contro il libro di prevedibile enorme tiratura, ma contro le parole dette attraverso un mezzo - la televisione - che normalmente si occupa di giochi per famiglie, concorsi fra giovani disposti a esibire cosce e glutei, telegiornali disinformanti, vacui e noiosi. Sta qui lo scandalo. In quella stessa acqua incolore, le pietre scagliate hanno prodotto un'eco insopportabile".

2 mag 2008

Bertinotti contestato a Torino. Quale Sinistra?

di Giambattista Cervino

L'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti e' stato contestato l'1 Maggio, Festa nazionale dei lavoratori, a Torino (capitale operaia d'italia per la presenza di innumerevoli insediamenti industriali), al suo arrivo al corteo. Quando l'ex presidente della Camera si e' avvicinato agli striscioni e alle bandiere di Rifondazione Comunista, un gruppo di giovani dei centri sociali lo ha fatto allontanare contestandogli la politica del Governo di centrosinistra e la sua partecipazione alla Fiera del Libro di Torino (oggetto di polemiche perche' dedicato all'anniversario della fondazione dello Stato di Israele).

Bertinotti, però, ormai è abituato a simili approdi. Si ricorda, infatti, che nell'aprile 06' un'altra contestazione lo ha reso partecipe suo malgrado.

Durante una visita all''Università 'La Sapienza' di Roma una cinquantina di studenti del Coordinamento dei collettivi rivolgono, all'indirizzo dell'allora presidente della Camera, accuse quali: "Vergogna assassino, guerrafondaio, buffone".
Frasi durissime. Accuse di voltafaccia.
Di aver abbandonato in nome della realpolitik e della partecipazione al governo la scelta pacifista portata avanti da sempre come un vessillo, nonchè di partecipare ad un convegno organizzato da “Comunione e Liberazione”.

Insomma una chiara premessa di quello che si sarebbe avverato qualche anno piu tardi, in termini livellamento del consenso e della partecipazione ideologica della massa critica alle logiche dell'aggregazione partitica guidata dallo stesso Bertinotti.
Si ricordano alcune considerazioni dello stesso ex Presidente della Camera, il quale spiegava, a suo dire l'avvenuto: “Per le forze pacifiste di sinistra si pone un problema: non c'è solo il terreno della lotta culturale contro il moderatismo, ma anche contro quelle schegge dell'estrema sinistra che rifiutano la politica e la non violenza''. In pratica la contestazione era ridotta ad una “scheggia impazzita” incapace di ragionare nelle logiche di quella che si considera, con non poca presunzione, l'unica voce della sinistra.

Il risultato di quest'atteggiamento assolutistico e di proprietà? 3 milioni di voti andati persi.

La rifondazione ha bisogna di altre persone, altri leader, altre idee.