25 lug 2005

Lucana Calzature, prorogata la mobilità - di G. Cervino

I lavoratori della ex Lucana Calzature possono tirare un sospiro di sollievo. Pare, infatti, che sia stata concessa la proroga del periodo di mobilità, scaduto il 28 maggio scorso, per tutto il 2005. Dei 270 dipendenti della Lucana Calzature, 145 si erano visti scadere l'ammortizzatore sociale il 21 maggio. La proroga e' stata erogata sulla base di un accordo di programma che prevede finanziamenti da parte della Regione Basilicata e l'avvio di attività produttive in zona da parte del gruppo Ekotime, che si e' detto disponibile a riassorbire una parte dei dipendenti della Lucana Calzature. Dopo l'incontro avvenuto presso il Ministero del Lavoro e delle Attività produttive al quale erano presenti, oltre i responsabili della stessa Ecotime, anche alcuni politici di casa nostra, tra cui: il sottosegretario Pasquale Viespoli, i sindacati Filtea Cgil, Femca Cisl e Uilta Uil di Potenza, amministratori dei Comuni di Nemoli, Rivello, Lauria, Lagonegro, amministratori della Regione Basilicata e della Provincia di Potenza, il deputato Ds Antonio Luongo e il senatore della Margherita Romualdo Coviello.

Giudizio unanime è quello che riprende la posizione chiave assunta dall'Ekotime nella felice conclusione, seppur temporanea, della vicenda. Infatti, l'azienda marchigiana si è dichiarata favorevole a voler occupare a pieno regime, tra le 120 e le 150 unità, impegnandosi, altresì, a realizzare investimenti per 18 milioni di euro ed a presentare i relativi progetti di investimento per la sottoscrizione nel contratto di programma presso la Regione Basilicata. Quest'ultima, a sua volta, destinerà 25 milioni di euro per lo sviluppo delle attività industriali nell'area sud della Basilicata, al fine di agevolare il reinserimento nel processo produttivo dei lavoratori che versano in situazioni di sofferenza occupazionale.

Nell'accordo è menzionato anche l?impegno assunto dall'On. Luongo e dal Senatore Coviello a sostenere il progetto al fine della realizzazione del contratto di Programma e, altresì, a sostenere adeguatamente presso il Ministero delle Attività Produttive la presente iniziativa oltre ad avvalorare a livello parlamentare il rifinanziamento dei fondi previsti per il sostegno al reddito dei lavoratori?. Inoltre, "Italia Lavoro" su incarico della Direzione Generale degli ammortizzatori sociali al fine del costante aggiornamento della spesa effettuerà il monitoraggio bimestrale sui lavoratori effettivamente sospesi nel bimestre di riferimento e sull'andamento del piano di gestione.

Il tutto per favorire la creazione, secondo il progetto originario, di un efficiente fabbrica attrezzata per la lavorazione della pelle ecologica, a basso impatto ambientale, producendo a regime circa mille paia di scarpe monoblocco uomo/donna ogni 8 ore, la produzione di articoli in gomma e di accessori quali i cinturini, le chiusure lampo, ecc..

A questo punto si augura con forza che l?impegno assunto dalle istituzioni, da una parte, e dalle imprese, dall'altra, sia reale, concreto e immediato. Cinque mesi, da qui a Dicembre, passano in fretta e con essi anche le speranze per i lavoratori della ex Lucana Calzature di ritrovarsi in un contesto lavorativo stabile, equilibrato, in un ambiente di lavoro normale. I soldi che dovevano servire ad ingolosire gli imprenditori interessati realmente ad una nuova, quanto rischiosa, avventura, sono stati trovati. Le volontà politiche pare convergano verso un univoca strada, solcata da insidie e difficoltà, ma di certo praticabile.
Tutto farebbe pensare ad un insieme di prerogative positive ed interessanti che potrebbero mettere la parola "fine" ad una incresciosa storia lucana.

Pubblicato il 25/07/2005 su LUCANIANET

17 lug 2005

Lagonegro, Forza Italia in ginocchio -- di G. Cervino

Dopo le presunte crisi all'interno il partito dei Democratici di Sinistra di Lagonegro e dopo l'oggettiva frammentazione della Margherita (sono, infatti, ben sei i circoli che fanno capo a diverse fazioni), questa volta a destare scalpore è la fase di incertezza che regna nel centro-destra. Si parla dell'atto di dimissioni di Domenico Camardo da Coordinatore cittadino e da componente della Direzione Provinciale di Forza Italia. Un azione che, all'improvviso, ha gettato ombre su quelli che saranno i destini, già peraltro incerti, di Forza Italia e dell'intera coalizione nel lagonegrese.

"E' sempre stato difficile prendere delle decisioni - afferma Camardo in un comunicato ufficiale - soprattutto se queste decisioni riguardano la propria persona o comunque qualcosa per cui hai creduto, sostenuto e combattuto. Mi riferisco alla decisione di rassegnare le mie dimissioni da coordinatore cittadino e da componente della Direzione Provinciale di Forza Italia. Dopo anni di impegno costante e spassionato sono arrivato a questa decisione, perché deluso e amareggiato dal modo di fare politica nella nostra regione. Non si può continuare a fare politica perdente per appoggiare dirigenti politici poco attenti ai suoi elettori e al nostro territorio". In effetti, lo stesso Camardo è tra i fondatori a Lagonegro del movimento di Berlusconi e le sue dimissioni sconcertano anche perché, a distanza di pochi mesi dal rinnovo del consiglio comunale, il quale è rappresentato, attualmente, proprio dal centro-destra. Allora, perché dimettersi nello stesso momento in cui si è al Governo di un Paese? Forse perché si ha sentore che la suddetta esperienza non sarà bissata da un altro successo elettorale? Si stanno semplicemente intrecciando nuove alleanze di comodo? Troppe domande alle quali si darà risposta nel giro di qualche mese, magari alla presentazione delle liste comunali. Nel frattempo Camardo ha tentato di spiegare l?atto di dimissioni con il naufragio dell'ultima tornata elettorale ad opera del centro-destra. Allora, perché dimettersi ora e non il giorno dopo le elezioni?

"Questa decisone è maturata - spiega l'ex Coordinatore cittadino - dopo l'ennesima campagna elettorale andata male, dopo l?ennesima presa in giro dei vertici di Potenza che hanno pensato bene di far candidare ben tre esponenti dello stesso circondario per poi non farne eleggere nemmeno uno. Queste decisioni fatte a tavolino devono finire, e noi dobbiamo avere il coraggio di opporci. Non si può pensare di far impoverire la nostra area così ricca culturalmente di idee e volontà soltanto perché fa comodo a qualcuno. Per me la politica è sempre stata un impegno civile e non una professione a vita. Bisogna avere il coraggio di cambiare, la classe dirigente di questo Partito non è buona per tutte le stagioni. Il compito di chi fa politica non è di autoprodursi e di perpetuarsi, chi la fa deve fare cose utili per il proprio Partito. Non sono il solo - conclude Camardo - ad aver pensato di abbandonare Forza Italia. Prima di me sicuramente l'eccellente caso del Consigliere regionale dott. Antonio Sanza, che ha abbandonato il proprio Partito perché in disappunto con le direttive impostegli. Proprio su questo fatto dobbiamo interrogarci come il Partito abbia permesso di perdere oltre che un validissimo consigliere, l?unico rappresentante materano in seno al Consiglio regionale. Difficile dare delle risposte, ma noi siamo abituati a non averne".

Ma dalle parole ai fatti molte volte la distanza è incolmabile. L'incoerenza del centro-destra, così come quella del centro-sinistra, sono ben espresse, purtroppo, nella maggioranza (Forza Italia, Alleanza Nazionale, Udeur ed esponenti della Margherita) e nell'opposizione (UDC, DS e... esponenti della Margherita).
Un caos al quale gran parte della cittadinanza lagonegrese pare non gradire molto.

Pubblicato il 17/07/2005 su LUCANIANET

5 lug 2005

Agro-pneumatici a Balvano? -- di G. Cervino

Va bene che il settore agroalimentare lucano sta attraversando una forte crisi di mercato, si tenga solo presente lo stato impietoso in cui versano realtà imprenditoriali quali il polo delle acque minerali del Vulture Melfese, la Barilla, la Parmalat e il Consorzio agrario di Lucania. Ma quello che sta succedendo a Balvano, un piccolo centro del potentino, ha davvero del grottesco.
L'intero paese, infatti, si sta mobilitando contro la "paventata minaccia" di un possibile insediamento di una fabbrica che trasforma e ricicla pneumatici. Dove? A pochi metri da un altro insediamento, quello della Ferrero. Si, proprio l'azienda alimentare, fiore all'occhiello dell'agroalimentare, lucano e nazionale, la quale, paradossalmente, è stata una delle poche realtà localizzate in Basilicata a non aver subito i riflessi negativi del mercato.

Un azienda, la Ferrero, ben vista perfino dalle stesse maestranze. Difatti, nell'ultimo accordo tra azienda e sindacato, stipulato nell?ultima primavera, e relativo al rinnovo economico delle flessibilità, si è riconosciuto un incremento intorno al 6,5 per cento, quindi molto al di là di quelli che sono i dati dell'Istat. I dipendenti hanno, inoltre, ottenuto anche la trasformazione di 15 contratti da part time a full time. Un'altra eccezione?

Ma dove non hanno potuto i prodotti low cost dei cinesi e le crisi congiunturali perenni pare ci stia riuscendo un alquanto ambigua politica di sviluppo messa in atto dalla amministrazione balvanese. L?azienda che trasforma i pneumatici, intenzionata a trasferirsi in prossimità della Ferrero, ha ottenuto in tempi record, solo sei giorni, le concessioni edilizie da Comune e consorzio Asi ed è pronta a sbarcare nell'area industriale di San Potito.

«I documenti - affermano dal Municipio di Balvano - ci dicono che l'impatto ambientale è pari a zero, anche perché la lavorazione di pneumatici è a freddo e lo stoccaggio avverrà al coperto». Tutto da verificare. Intanto, c'è la Ferrero di Balvano e quella si che è una realtà. L'azienda alimentare, attraverso il suo indotto, garantisce qualcosa come 700 posti di lavoro contro i 7 o 8 che può offrire, a regime, l'azienda di pneumatici. Il Gruppo Ferrero e' una holding con sede nel Lussemburgo, costituita da 28 società operative, 31 sedi commerciali nel mondo e 15 stabilimenti produttivi. Oggi il gruppo fattura all'estero il 70 per cento dei quasi 5 miliardi di euro di ricavi. Ferrero S.p.A., la società italiana del Gruppo , e' una delle principali società operative. Oltre a quella di Alba, sede storica, Ferrero S.p.A. dispone di altre tre unità produttive, situate a Balvano, appunto, a Sant'Angelo dei Lombardi (in provincia di Avellino) e a Pozzuolo Martesana, alle porte di Milano.

In particolare, Lo stabilimento di Balvano nasce grazie alla legge 219. L'attività produttiva viene inaugurata nel 1987. Dopo iniziali difficoltà, nel 2003 si è sperimentato un nuovo prodotto da forno. Questa operazione, concretizzatasi con il lancio del prodotto nel 2004, ha consentito e ha garantito al sito lucano di aumentare la propria gamma di prodotti da forno e di rafforzare la propria posizione in questo mercato.
Significativi i dati relativi alle produzioni, sia a livello di Gruppo sia a livello di Ferrero S.p.A.: il Gruppo produce ogni anno, grazie ai suoi circa 6 mila dipendenti, 700.000 tonnellate di prodotti, delle quali 200.000 di Nutella (2000 quintali al giorno solo ad Alba), mentre sono circa 3 miliardi all'anno i pezzi di Rocher prodotti.

Insomma, si parla di una potenza industriale che ci metterebbe pochi minuti a dislocare altrove l'unità produttiva lucana e, magari, ad un costo di produzione senz'altro inferiore dell'attuale. Un altro smacco per la comune intelligenza?

Pubblicato il 05/07/2005 su LUCANIANET

2 lug 2005

Lagonegrese, quale futuro? -- di G. Cervino

Essere l'unico rappresentante dell'area del lagonegrese in Consiglio regionale non deve essere certo un bel lavoro visti i problemi con i quali si è costretti a confrontarsi. Una responsabilità alla quale, Marcello Pittella (nella foto) non intende affatto sottrarsi. Giusto ed opportuno, quindi, conoscere meglio le strategie e le proposte dell?esponente diessino.

Occupazione. Si parla tanto di una eventuale interesse di un azienda marchigiana, la Ecotime, per l?ex calzaturificio della "Lucana Calzature" di Maratea. Pare che ammonterebbe a molti milioni di euro l'investimento statale. Questo, nonostante, negli ultimi 4 anni, si siano persi circa 78 mila operai nel settore industriale. E' giusto continuare a finanziare simili proposte?
Noi abbiamo un esigenza immediata, ovvero, il futuro di 154 lavoratori. Alcuni di questi sono in mobilità, e parecchi stanno perdendo, proprio in questi giorni, anche questo "status". Innanzitutto, dobbiamo ottenere dal Governo nazionale la proroga della CIG. C'è un progetto di riconversione per l'ex stabilimento di contrada Colla, un intesa firmata da pochi giorni tra Regione e i rappresentanti dell'Ecotime. Il fine ultimo della Regione è di immettere, attraverso l'Ecotime o altre realtà imprenditoriali, nel circuito lavorativo la totalità di quei lavoratori. L'intesa, che potrebbe permettere, appunto, la proroga della CIG, ci consentirà di capire, con maggiore serenità, quale potrebbe essere la scelta migliore per questi lavoratori.

Dal 2007 la Basilicata saluterà l'Obiettivo 1 grazie ad un PIL deformato dalla presenza delle multinazionali (Fiat e petrolio). Ma, nonostante, le statistiche dicano che siamo più facoltosi, paradossalmente, di regioni come la Campania o la Puglia, si legge quotidianamente di operai in cassa integrazione, di disastri ecologici e di 58 mila famiglie lucane e quasi 150 mila persone che vivono sulla soglia della povertà. Quanto, queste multinazionali, hanno realmente arricchito la nostra regione?
A dire la verità, io non credo che ci abbiano arricchito molto. Forse all'epoca dell'insediamento, per quel tempo, erano anche iniziative utili e necessarie. Sicuramente hanno creato una certa occupazione. Ma occupazione non significa necessariamente economia. La regione Basilicata sconta l'incremento del proprio PIL uscendo dall'Obiettivo 1, ma non ha, di certo, risolto il problema per il quale era presente nell?Obiettivo 1. E, ancora, come se non bastasse, quei stessi settori che hanno fatto innalzare il PIL regionale oggi rappresentano un pesante momento di criticità (Fiat, Valbasento, il Polo del salotto, ecc..). A tale proposito al Parlamento europeo si sta studiando una proposta che potrebbe permetterci di avere un gettito finanziario maggiore di quanto i dati del PIL ci condannerebbero ad avere nei prossimi anni.

L?Ospedale unico del lagonegrese sarà davvero un opportunità per qualificare la sanità pubblica della nostra area?
Noi ce lo auguriamo. L?ospedale unico rappresenta più momenti in uno, da un lato la dimostrazione tangibile che dobbiamo abbandonare, come città-comprensorio, gli steccati di un tempo, ragionando come un'unica area unita da un unico destino. Poi, perché si risponde ad un esigenza di maggiore qualità e funzionalità della sanità pubblica. E sulla salute non devono esistere campanilismi, né steccati o prevaricazioni politiche. La soluzione dell'ospedale unico va accompagnata, inevitabilmente, ad un adeguamento formativo di coloro che dovranno interpretare il ruolo all'interno della struttura. Sono convinto che abbiamo sia le intelligenze che le capacità professionali a cui attingere per fare bene.

Elezioni regionali 2005. A causa di una alquanto ambigua strategia, i Democratici di Sinistra, nell'area del lagonegrese, hanno preferito seguire le direttive che, da Potenza, il Partito aveva indicato piuttosto che privilegiare le candidature locali. Lei stesso ha rischiato di non essere eletto. Contano maggiormente gli uomini, le esperienze di un territorio che ha bisogno di visibilità e di una forte presenza istituzionale o i diktat dei partiti politici legati ai soliti leader?
Questa è una contraddizione che, credo, non si sanerà mai. Io non faccio politica da un giorno e ne ho viste molte. La verità è che c'è sempre, anche in questa contraddizione, un punto di equilibrio che il buon senso e la saggezza degli uomini deve tentare di raggiungere e mantenere. E' giusto che ci siano delle regole di partito, esse sono proprie della politica. Così come, contestualmente, si può cercare la modifica di esse al fine di raggiungere il rafforzamento di un intero territorio attraverso il sostegno del suo candidato. Le cose che proprio non vanno sono i fans e le esasperazioni della lettura, molto schematica, di quelle regole. Per il resto ci sta tutto, non mi meraviglio di niente. Dico solo che il giusto equilibrio si poteva, si può e si potrà raggiungere, sta molto a chi vuole esercitarlo. Chi non riesce ad esercitarlo è perché, semplicemente, non lo possiede.

Pubblicato il 02/07/2005 su LUCANIANET