15 giu 2005

Don Uva, fuori gli stipendi! -- di G. Cervino

E' ancora la sanità regionale a destare qualche preoccupazione dal lato occupazionale. Dopo la recente manifestazione dei dipendenti dell'ospedale S. Carlo di Potenza, questa volta è la casa di cura "Divina Provvidenza Don Uva" a farla da protagonista. I problemi, per i 421 dipendenti della casa di cura "Divina Provvidenza Don Uva" di Potenza (dove vi sono ospitati circa 443 degenti) sembrano, infatti, non trovare facile soluzione.
Il Direttore generale dell?ente e la legale rappresentante, Suor Marcella Cesa hanno cordialmente comunicato ai rappresentanti sindacali che non si pagheranno gli stipendi di Giugno agli attuali 418 dipendenti. Il motivo? L'ente, ancora una volta, batte cassa nei confronti della Regione Basilicata.

Quest'ultima, in particolare, avrebbe la responsabilità di non aver corrisposto circa 10 milioni di euro (solo di costi arretrati), nonché delle competenze attuali, altri 5 milioni di euro. Non certo spiccioli. Il mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti, è, dunque, un campanello di allarme che vedrà coinvolte le cariche istituzionali a livello regionale. Ma la storia controversa della gestione del Don Uva trova non poche responsabilità anche all'interno della struttura stessa. Negli ultimi tempi il rapporto con i dipendenti è sempre più acceso di polemiche e legittime richieste. Si parla di lettere di licenziamento, di una nuova pianta organica che prevedrebbe l'esubero di alcuni attuali dipendenti e di ritorsioni contro alcuni lavoratori che hanno preso parte al presidio durato ben 60 giorni. Insomma, un vero e proprio balletto di responsabilità che vede, da un lato la struttura sanitaria, dall'altra la Regione. A tutto ciò, c'è chi ha proposto l'attuazione di una commissione regionale d'inchiesta che valuti in merito a questo ambiguo rapporto.

L'Ospedale "Don Uva" di Potenza è stato fondato nel 1954. La struttura si sviluppa su 93.300 mq. con un volume complessivo dei fabbricati di mc. 229.100, e conta 514 posti letto suddivisi tra Unità Azheimer, Centri di Riabilitazione Intensiva e Estensiva, Centro Diurno Polivalete, Residenze Sanitarie e Centro Socio Sanitario di Riabilitazione. I vari centri prestano servizi di natura socio-assistenziale e sanitaria prevalentemente nell'ambito della riabilitazione e della lungodegenza. L'assistenza agli anziani, tra l'altro, costituisce uno dei maggiori punti di riferimento del nuovo corso, senza dimenticare la recente realizzazione di R.S.A. (residenze sanitarie assistite) e nuclei Alzheimer. Le residenze sanitarie assistite per anziani ospitano in regime di convenzione utenti con età superiori a 65 anni, affetti da patologie correlate alla senescenza. I centri di riabilitazione sono strutturati per soddisfare l'esigenza di utenti affetti da patologie afferenti a: problemi cardiologici, respiratori, neurologici, ortopedici.

Bisogna, in tale contesto, che debba essere definitivamente e positivamente riconosciuto il diritto alle cure sanitarie delle persone non autosufficienti, colpite da malattie croniche, mentali e da malattia di Alzheimer, che non possono essere dimesse dagli ospedali senza garanzia di prosecuzione delle cure a carico del servizio sanitario, attraverso il potenziamento e la diffusione dei servizi di assistenza domiciliare e di ospedalizzazione a domicilio, quando ci sono le condizioni e il consenso della persona interessata e della famiglia.

Una curiosità: il fondatore della struttura, Don Pasquale Uva, nacque a Bisceglie il 10 agosto 1883 da una modesta famiglia contadina. Con la forza della carità e dell'umiltà costituì, nel 1922, la struttura del "Divina Provvidenza Don Uva" nella quale lavorarono, all'inizio, solo otto giovani ragazze. L'obiettivo? L'assistenza dei poveri tra i più poveri. Un esempio da seguire concretamente.

Pubblicato il 15/06/2005 su LUCANIANET

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