2 lug 2005

Lagonegrese, quale futuro? -- di G. Cervino

Essere l'unico rappresentante dell'area del lagonegrese in Consiglio regionale non deve essere certo un bel lavoro visti i problemi con i quali si è costretti a confrontarsi. Una responsabilità alla quale, Marcello Pittella (nella foto) non intende affatto sottrarsi. Giusto ed opportuno, quindi, conoscere meglio le strategie e le proposte dell?esponente diessino.

Occupazione. Si parla tanto di una eventuale interesse di un azienda marchigiana, la Ecotime, per l?ex calzaturificio della "Lucana Calzature" di Maratea. Pare che ammonterebbe a molti milioni di euro l'investimento statale. Questo, nonostante, negli ultimi 4 anni, si siano persi circa 78 mila operai nel settore industriale. E' giusto continuare a finanziare simili proposte?
Noi abbiamo un esigenza immediata, ovvero, il futuro di 154 lavoratori. Alcuni di questi sono in mobilità, e parecchi stanno perdendo, proprio in questi giorni, anche questo "status". Innanzitutto, dobbiamo ottenere dal Governo nazionale la proroga della CIG. C'è un progetto di riconversione per l'ex stabilimento di contrada Colla, un intesa firmata da pochi giorni tra Regione e i rappresentanti dell'Ecotime. Il fine ultimo della Regione è di immettere, attraverso l'Ecotime o altre realtà imprenditoriali, nel circuito lavorativo la totalità di quei lavoratori. L'intesa, che potrebbe permettere, appunto, la proroga della CIG, ci consentirà di capire, con maggiore serenità, quale potrebbe essere la scelta migliore per questi lavoratori.

Dal 2007 la Basilicata saluterà l'Obiettivo 1 grazie ad un PIL deformato dalla presenza delle multinazionali (Fiat e petrolio). Ma, nonostante, le statistiche dicano che siamo più facoltosi, paradossalmente, di regioni come la Campania o la Puglia, si legge quotidianamente di operai in cassa integrazione, di disastri ecologici e di 58 mila famiglie lucane e quasi 150 mila persone che vivono sulla soglia della povertà. Quanto, queste multinazionali, hanno realmente arricchito la nostra regione?
A dire la verità, io non credo che ci abbiano arricchito molto. Forse all'epoca dell'insediamento, per quel tempo, erano anche iniziative utili e necessarie. Sicuramente hanno creato una certa occupazione. Ma occupazione non significa necessariamente economia. La regione Basilicata sconta l'incremento del proprio PIL uscendo dall'Obiettivo 1, ma non ha, di certo, risolto il problema per il quale era presente nell?Obiettivo 1. E, ancora, come se non bastasse, quei stessi settori che hanno fatto innalzare il PIL regionale oggi rappresentano un pesante momento di criticità (Fiat, Valbasento, il Polo del salotto, ecc..). A tale proposito al Parlamento europeo si sta studiando una proposta che potrebbe permetterci di avere un gettito finanziario maggiore di quanto i dati del PIL ci condannerebbero ad avere nei prossimi anni.

L?Ospedale unico del lagonegrese sarà davvero un opportunità per qualificare la sanità pubblica della nostra area?
Noi ce lo auguriamo. L?ospedale unico rappresenta più momenti in uno, da un lato la dimostrazione tangibile che dobbiamo abbandonare, come città-comprensorio, gli steccati di un tempo, ragionando come un'unica area unita da un unico destino. Poi, perché si risponde ad un esigenza di maggiore qualità e funzionalità della sanità pubblica. E sulla salute non devono esistere campanilismi, né steccati o prevaricazioni politiche. La soluzione dell'ospedale unico va accompagnata, inevitabilmente, ad un adeguamento formativo di coloro che dovranno interpretare il ruolo all'interno della struttura. Sono convinto che abbiamo sia le intelligenze che le capacità professionali a cui attingere per fare bene.

Elezioni regionali 2005. A causa di una alquanto ambigua strategia, i Democratici di Sinistra, nell'area del lagonegrese, hanno preferito seguire le direttive che, da Potenza, il Partito aveva indicato piuttosto che privilegiare le candidature locali. Lei stesso ha rischiato di non essere eletto. Contano maggiormente gli uomini, le esperienze di un territorio che ha bisogno di visibilità e di una forte presenza istituzionale o i diktat dei partiti politici legati ai soliti leader?
Questa è una contraddizione che, credo, non si sanerà mai. Io non faccio politica da un giorno e ne ho viste molte. La verità è che c'è sempre, anche in questa contraddizione, un punto di equilibrio che il buon senso e la saggezza degli uomini deve tentare di raggiungere e mantenere. E' giusto che ci siano delle regole di partito, esse sono proprie della politica. Così come, contestualmente, si può cercare la modifica di esse al fine di raggiungere il rafforzamento di un intero territorio attraverso il sostegno del suo candidato. Le cose che proprio non vanno sono i fans e le esasperazioni della lettura, molto schematica, di quelle regole. Per il resto ci sta tutto, non mi meraviglio di niente. Dico solo che il giusto equilibrio si poteva, si può e si potrà raggiungere, sta molto a chi vuole esercitarlo. Chi non riesce ad esercitarlo è perché, semplicemente, non lo possiede.

Pubblicato il 02/07/2005 su LUCANIANET

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