2 mag 2008

Bertinotti contestato a Torino. Quale Sinistra?

di Giambattista Cervino

L'ex presidente della Camera Fausto Bertinotti e' stato contestato l'1 Maggio, Festa nazionale dei lavoratori, a Torino (capitale operaia d'italia per la presenza di innumerevoli insediamenti industriali), al suo arrivo al corteo. Quando l'ex presidente della Camera si e' avvicinato agli striscioni e alle bandiere di Rifondazione Comunista, un gruppo di giovani dei centri sociali lo ha fatto allontanare contestandogli la politica del Governo di centrosinistra e la sua partecipazione alla Fiera del Libro di Torino (oggetto di polemiche perche' dedicato all'anniversario della fondazione dello Stato di Israele).

Bertinotti, però, ormai è abituato a simili approdi. Si ricorda, infatti, che nell'aprile 06' un'altra contestazione lo ha reso partecipe suo malgrado.

Durante una visita all''Università 'La Sapienza' di Roma una cinquantina di studenti del Coordinamento dei collettivi rivolgono, all'indirizzo dell'allora presidente della Camera, accuse quali: "Vergogna assassino, guerrafondaio, buffone".
Frasi durissime. Accuse di voltafaccia.
Di aver abbandonato in nome della realpolitik e della partecipazione al governo la scelta pacifista portata avanti da sempre come un vessillo, nonchè di partecipare ad un convegno organizzato da “Comunione e Liberazione”.

Insomma una chiara premessa di quello che si sarebbe avverato qualche anno piu tardi, in termini livellamento del consenso e della partecipazione ideologica della massa critica alle logiche dell'aggregazione partitica guidata dallo stesso Bertinotti.
Si ricordano alcune considerazioni dello stesso ex Presidente della Camera, il quale spiegava, a suo dire l'avvenuto: “Per le forze pacifiste di sinistra si pone un problema: non c'è solo il terreno della lotta culturale contro il moderatismo, ma anche contro quelle schegge dell'estrema sinistra che rifiutano la politica e la non violenza''. In pratica la contestazione era ridotta ad una “scheggia impazzita” incapace di ragionare nelle logiche di quella che si considera, con non poca presunzione, l'unica voce della sinistra.

Il risultato di quest'atteggiamento assolutistico e di proprietà? 3 milioni di voti andati persi.

La rifondazione ha bisogna di altre persone, altri leader, altre idee.

1 commento:

Ghino di Punta ha detto...

Mi piacerebbe capire come mai però, i 3 milioni di voti siano andati alla B.B. (banda bassotti?), e non a Turigliatto ( mi sembra sia questo il nome di quel senatore della sinistra critica), che per tutta la legislatura, coerentemente ha votato contro il governo e a tutela dei principi che ispirano questi intelletttuali di sinistra.